Benevento è situata in Campania

e per questo spesso viene accomunata a Napoli, erroneamente:

la città è diversa dal capoluogo campano, a partire dal clima per arrivare fino alle origini.

Per chi fosse un po’ carente in geografia, Benevento è situata nell’interno,

 in una conca tra due fiumi, il Sabato e il Calore,

ed è circondata da una corona di montagne ,

famosa è la dormiente del sannio una catena di montagne che formano la sagoma di una donna che dorme

si può dunque capire che non essendoci il mare, il clima è davvero molto simile a quello milanese!

Anche la cucina vede tradizioni talvolta diverse:

oltre infatti a piatti comuni alla cucina napoletana,

 quella beneventana tramanda ricette e pietanze tipiche e antiche.

Benevento è però ricca di storia: (brevemente)

 vede le sue origini nel popolo dei Sanniti fino alla conquista da parte dei Romani

 per poi restare per lungo tempo territorio papale e poi essere annessa al regno di Italia.

 Ogni epoca, e ogni popolo, ha lasciato una traccia di sé in questa città,

 rinvenibile a cielo aperto ma anche sottoterra, nei musei e persino nei nomi delle vie.

Ma come non ricordare inoltre il famoso noce di Benevento?

Ora l’albero sede del sabba delle streghe non esiste più (fu infatti fatto tagliare per porre fine alle riunioni notturne)

 ma è ancora molto viva la leggenda delle streghe:

la strega infatti è riconosciuta come il simbolo della città, lo Strega è un noto liquore (e premio letterario…),

 nella città si svolsero diversi processi alle streghe.

 Benevento dunque è una città spesso poco conosciuta ma che merita una visita approfondita,

 magari accompagnata da un assaggio di prodotti tipici, per scoprire un angolo della Campania poco noto

Vi conduco alla scoperta della città con un percorso tutto incentrato sulla storia:

Parco Cellarulo: recentemente,

 è stato inaugurato un nuovo parco cittadino situato proprio sul fiume Calore,

 in corrispondenza della via Appia: vedete infatti nella foto qui accanto il fiume Calore

 che si snoda attorniato da una ricca vegetazione fluviale e, in lontananza,

 la chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Il parco presenta due entrate,

è dotato di pista ciclabile, di un boschetto-pineta con delle panchine fatte da blocchi di pietra e,

 cosa interessante e degna di nota, un’area archeologica i cui lavori di scavo sono ancora in corso.

La terra ha infatti riportato alla luce resti e reperti di epoca sannita e romana:

 un villaggio dell’artigianato di epoca sannita e poi romana per la lavorazione

 di  ceramiche e tegole con fornaci risalenti al IV secolo a.C.;

 le mura di difesa in tufo; un tratto lastricato della via Latina vicino al Pons Maior;

 un antico approdo di barche;  una tomba con dei resti di un guerriero sannita;

una bottega per la lavorazione della pietra e poi monete e oggetti antichi.

 Io ho visitato questa area nell’ora di massima calura estiva: devo ammetterlo,

 molto faticoso, però credo che ne valga davvero la pena nonostante i lavori di scavo non siano ancora completi.

Numerosissimi sono i resti di epoca romana presenti nel territorio beneventano

 e il modo migliore per scoprirli tutti è una passeggiata (a piedi, ovviamente!)

dato che sono raccolti in un’unica area centrale oggi in parte chiusa al traffico delle automobili.

Dalla centrale piazza Risorgimento, parte una via, via Perasso,

 che conduce proprio all’inizio del corso Giuseppe Garibaldi, area pedonale e via del passeggio cittadino.

Qui sorge un importante monumento, o meglio una rocca, ora sede della Provincia di Benevento:

Rocca dei Rettori: questa torre, o Rocca, è un edificio storico

che testimonia benissimo il susseguirsi dei popoli e degli abitanti della città:

i Sanniti infatti iniziarono ad utilizzare il luogo come avamposto difensivo,

 come testimoniano le mura presenti ancora sul versante est e lo strapiombo a sud;

i Romani invece costruirono un edificio termale e i Longobardi lo adibirono nuovamente a scopi militari,

 includendolo nelle mura longobarde ancora presenti in vari punti della città.

 Nel VIII secolo invece sorse, a seguito di modifiche ed ampliamenti, un monastero benedettino.

 L’edificio poi cadde in uno stato di semi-abbandono e nel 1321 il papa ordinò di ristrutturare

 l’intera fortezza per crearne una dimora per i rettori della città:

ulteriori furono i lavori fino a che la struttura assunse una forma a G  attorno ad un cortile.

 Dal 1586 al 1865 la strutture venne adibita ad un carcere.

Oggi, oltre ad essere sede della Provincia di Benevento,

è anche sede del Museo del Sannio, interessante museo articolato in diverse sale:

 qui è ospitata la parte riguardante l'antico popolo dei Sanniti.

 

La Villa: accanto la Rocca dei Rettori si estende la Villa di Benevento,

ovvero il parco pubblico realizzato ed inaugurato sul finire del XIX secolo:

 è un’oasi di verde in cui rilassarsi e riposarsi, in cui rinfrescarsi nel caso si visitasse la città in piena estate.

Passeggiando per la villa troverete l’immancabile laghetto provvisto delle paperelle ed ochette,

 la fontana con i suoi giochi d’acqua, fontanelle da cui ristorarsi e ovviamente panchine su cui sonnecchiare.

 Affacciandosi sul retro del parco, potrete avere una visione dell’altra parte della città di Benevento

 con i monti che fanno da sfondo.

 Vi è inoltre un chiosco, un gazebo in ferro che mi ricorda molto quelli che spesso si vedono nei film americani!

Ovviamente il parco è fornito delle aree gioco per i bambini 

 

Santa Sofia: tornando per il corso, immediatamente sul lato destro notiamo un campanile,

una chiesetta e una piazza: siamo in presenza della Chiesa di Santa Sofia,

nonché sede del già citato Museo del Sannio.

 La prima impressione che potreste avere è di chiarezza, tranquillità:

 la chiesa infatti è priva di fronzoli o di decorazioni superflue,

ma è imponente nella sua semplicità. È formata da una struttura stellare a tre absidi,

 ricca di colonne che creano una serie di scorci suggestivi e differenti l’uno dall’altro.

Venne fondata nel 760 d.C. dal duca Arechi II dedicata alla venerazione di Cristo come Santa Sapienza (Sofia),

 diventando poi simbolo per l’intera popolazione longobarda nell’Italia meridionale.

 Nel XII secolo venne poi edificato il campanile, oggi perduto e poi ricreato come oggi possiamo ammirarlo,

decorato con cartine raffiguranti la suddivisione politica e dei popoli nell’Italia meridionale nel corso dei secoli.

 Recenti opere di restauro hanno portato infine alla luce affreschi sulle pareti interne della Chiesa,

suggestive immagini di un passato che riaffiora.

La piazza antistante la chiesa, nasconde sotto la pavimentazione,

ricchi resti della città antica: per un periodo infatti è stato possibile ammirarli.

Accanto il portone di ingresso della Chiesa, vi è un cancello che conduce in un cortile e poi nel chiostro-museo:

basta mettere piedi in questo giardino che veniamo sopraffatti dal numero immenso di reperti archeologici quali colonne,

 basamenti, statue! Visitando poi il museo siamo accolti da innumerevoli vasi, anfore,

 busti, statue sia di età egizia che di età greca e romana:

 l’impressione che ho avuto è di una grande ricchezza, davvero,

 però poco messa in risalto dalla mancanza di spazio.

 La visita nel museo è obbligatoria

(così si ha anche la possibilità di ammirare il chiostro)

perché tutti i reperti sono una importante testimonianza della storia

 che ha investito questa zona geografica,

anzi qui sono custodite bellezze senza eguali.

La chiesa inoltre è candidata per entrare a far parte del Patrimonio Unesco!

 

San Bartolomeo: continuando a camminare per il corso,

sul lato sinistro troverete una chiesa, la chiesa di San Bartolomeo:

vi consiglio di fermarvi e di ammirare lo splendido portone di legno intarsiato in splendidi giochi floreali.

Prima di proseguire oltre per il corso,

infilatevi un uno dei vicoli sulla vostra destra: vi ritroverete nella Benevento vecchia,

 fatta di vicoletti in pietra e case basse, dove si respira ancora un'atmosfera fuori dal tempo!



Arco di Traiano:

 poco oltre la Chiesa di San Bartolomeo,

sulla sinistra si apre piazza Roma mentre sulla destra una via conduce all’Arco di Traiano.

L’arco si trova ora in una piazza e, piccola curiosità,

 qui si trova il palazzo dove nacque Giuseppe Moscati.

 Simbolo della città, simbolo dell’epoca romana,

l’arco è una testimonianza diretta della vittoria dei romani che conquistarono la città;

 fu eretto tra il 114 e il 117 per celebrare l’apertura della via Appia.

 L’Arco divenne con il tempo una porta di accesso alla città, noto per la sua imponenza.

 Non appena iniziate a percorre la via che vi conduce all’arco,

 iniziate ad osservarlo: spicca e risalta tra palazzi di epoca più recente,

 creando un effetto suggestivo.

 L’arco è ad una sola fornice ed è completamente decorato da scene militari,

 scene di pace e scene che rappresentano i rapporti della città con l’imperatore;

 presenta inoltre una iscrizione dedicatoria in latino.

 Vi consiglio di camminarci attorno per poter osservare meglio ogni singola figura intarsiata

 e per poter rendervi conto maggiormente della sua imponenza.

Chiesa di Sant'Ilario:

 spostandovi alle spalle dell’Arco noterete subito un’ampia distesa verde e,

 al centro, una chiesa: questa è la Chiesa di Sant’Ilario a Port’Aurea.

 Si trova lungo la via San Pasquale, antico tratto della via Traianea.

È stata ristrutturata recentemente e riportata in auge grazie a sapienti giochi di luce notturni

e ad iniziative culturali; è di epoca longobarda,

 probabilmente edificata già su una costruzione più antica.

 È costituita da una pianta rettangolare con un abside semicircolare;

è poi sovrastata da due torrette di differente dimensione.

Verso la fine del XVII la chiesa venne però sconsacrata

e poi trasformata in casa colonica

 ma i recenti lavori di restauro hanno permesso di riportare alla luce un tesoro storico

 e archeologico dimenticato.

 Grazie infatti a delle passerelle è possibile ammirare

 le strutture sottostanti e le diverse iscrizioni e decorazioni di pietra.

Teatro romano:

proseguendo oltre si arriva in fine al ben noto Teatro romano di Benevento,

databile tra la fine del I e l’inizio del II secolo dall’imperatore Adriano in prossimità del cardo maximus.

 La pianta è semicircolare, nel momento del suo splendore era dotato di 25 arcate articolate su tre ordini in capitelli tuscanici

(oggi rimangono solo quelle del primo).

La cavea è conservate in buone condizioni e sotto di essa si diramano corridoi

e scale di accesso; la scena, ampia, presenta resti di tre porte monumentali che conducevano all’orchestra

 e qui sono ancora conservati dei tratti del pavimento in mosaico

 e la pareti marmoree policrome.

Il teatro presente un’acustica eccellente: è infatti utilizzato tuttora per concerti o spettacoli.

Vi consiglio di visitare il teatro, dietro pagamento di una modica cifra di ingresso o gratuitamente per gli studenti,

 e di sedervi sulle gradinate per poter rivivere, almeno con la fantasia,

l’antico splendore del teatro in epoca romana, avendo sempre cura però di non deturpare questa bellezza!

Tornate nuovamente per il corso e poco più giù del duomo,

 si dirama una via che conduce verso il ponte Vanvitelli, sopra il fiume Calore.

 Beh, vi consiglio di spingervi fin qui perchè proprio dall'altra parte della sponda

vi è una lapide in memoria di Manfredi di Svevia, qui ucciso durante la battaglia di Benevento nel 1266

 (citato poi da Dante nel Purgatorio).

Spero abbiate gradito la mia guida e spero vi abbia solleticato un po':

 nel caso in cui non foste mai andati a Benevento, beh,

 ora avete una buona panoramica oltre che un buon motivo per visitarla!

Tra l'altro, ora che si avvicina il periodo invernale,

 vi consiglio di provare gli ottimi torroni tipici di questa zona!

Piazza Papa Orsini                                            Museo
 

Santuario delle Grazie  : festa patronale :2 luglio

Il Santuario Maria Santissima delle Grazie

 risiede nella Basilica che porta lo stesso nome, all’interno della città di Benevento, in Campania.

Fu costruita nel 1837 grazie ad un voto fatto dal comune stesso per chiedere

di salvare tutti dall’epidemia di colera che si era abbattuta proprio

in quel periodo sulla popolazione locale. Per questo la chiesa nacque per ringraziare la Madonna,

 del bene che aveva profuso tra i suoi fedeli.

La venerazione per la Madonna delle Grazie risale a prima dell’anno mille,

 intorno al 570 e fu introdotta all’interno della città di Benevento da Sant’Artelaide,

una santa morta a sedici anno che era stata tumulata

 dentro la chiesa che portava il suo nome che poi crollò con il terremoto del 1688.

Internamente, la basilica si presenta a croce greca e in stile neoclassico.

 Sull’altare maggiore è possibile vedere la statua lignea della Madonna con il Bambino,

 dove poter portare il proprio pensiero spirituale.

All’esterno, sulla sinistra del tempio è posta una colonna in marmo voluta in onore della Vergine, risalente al 1630.

La città riconosce patrona di Benevento Maria delle Grazie

 e la festeggia ogni anno il 2 luglio,

per ringraziarla annualmente di tutto l’amore che dona ai suoi fedeli e alla comunità.

 

 

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