L’agrifoglio
è una
delle piante natalizie per
eccellenza, viene infatti
utilizzato per realizzare
meravigliose ghirlande
decorative e tanti addobbi
naturali, ma perché è associata
al Natale? E da quando?
Già gli antichi Romani le
attribuivano poteri speciali,
ritenendola in grado di
allontanare le forze maligne.
Ecco perché, durante i
Saturnali, erano soliti
appendere rametti di agrifoglio
sulle porte di casa.
Anche i Celti la consideravano
sacra: il suo legno veniva
utilizzato per costruire porte e
fabbricare vari tipi di armi.
Inoltre l’agrifoglio, nella
mitologia celtica, era
considerato il gemello
sempreverde della quercia, ma se
quest’ultima era il controllore
della metà leggera dell’anno,
l’agrifoglio controllava gli
oscuri mesi invernali.
Sacro, come dicevamo, ma anche
simbolo di pace e di buona
volontà, nonché associato agli
dei celtici e norreni del tuono,
Taranis e Thor, per via della
sua resistenza ai fulmini. Non a
caso veniva spesso piantato
vicino alle abitazioni per
proteggere gli abitanti dalle
pericolose saette.
I Druidi, inoltre, credevano che
l’agrifoglio fosse in grado di
proteggere dalla sfortuna e dal
male. In passato infatti
tagliare un albero di agrifoglio
era severamente vietato, sebbene
fosse consentito il taglio di
singoli rami.
Successivamente le foglie
pungenti vennero associate dai
Cristiani alla corona di spine
di Gesù e le bacche rosse al
sangue di Cristo versato per la
salvezza dell’umanità.
Ma perché questa pianta è
diventata simbolo
del Natale? Alla
base esistono diverse leggende
come quella dell’orfano che
portò in dono a Gesù una corona
di rami di alloro.
L’orfanello, vergognandosi del
suo regalo perché troppo umile,
scoppiò in lacrime. Gesù
trasformò allora le sue lacrime
in bacche rosse e la corona in
una corona di agrifoglio, in
grado di allontanare gli spiriti
maligni e portare fortuna.
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